L’edizione inaugurale della gara, organizzata dal periodico torinese “La Stampa Sportiva”, con il patrocinio di S.A.R. il Duca di Genova e della Principessa Laetitia di Savoia Napoleone, Duchessa di Aosta, venne disputata il 27 luglio del 1902 per celebrare la chiusura dell’Esposizione Internazionale dell’Automobile e del Ciclo tenutasi a Torino nel 1902.
Il percorso congiungeva la città di Susa con il passo del Cenisio, al confine con la Francia, e misurava 22.500 metri, con partenza alle porte di Susa, ai piedi della salita, ed arrivo sul rettilineo precedente l’Ospizio, subito dopo la “scala” detta della Gran Croce. Una prova massacrante per i mezzi dell’epoca ed i concorrenti che si presentarono comunque numerosi al via della gara. Dei cinquanta iscritti, divisi in due classi (velocità e turisti) e quattro categorie (motocicli, vetturette, vetture leggere e vetture pesanti), solo trentotto presero effettivamente il via.
Un’autentica impresa per i veicoli a motore dell’epoca, soprattutto se rapportata alle oltre sette ore impiegate da una normale diligenza per coprire lo stesso percorso. Ed eccezionali erano le caratteristiche della cronoscalata. Il dislivello complessivo di 1.605 metri con pendenze medie del 10% e punte massime superiori al 13%, ne facevano la competizione più impegnativa e prestigiosa dell’epoca.
Solo nel 1914, alla vigilia del primo conflitto bellico mondiale, venne organizzata una prova in tono minore riservata alle motociclette ed alla categoria delle cosiddette “vetturette”. Si impose Ferdinando Minoia, su Bebè Peugeot, ma il tempo di 32’ 03” 2 per percorrere i 22.100 meri del percorso la dice lunga sulla scarsa competitività dei mezzi impiegati.
Nel corso degli anni la lunghezza della “Susa-Moncenisio” variò in funzione dello spostamento della linea di partenza e di quella del traguardo, con lunghezze che andavano dai 23.000 metri del 1904 ai 22.100 del periodo a cavallo tra il 1920 ed il 1953.
L’edizione del 1937 fu comunque l’ultima disputata negli Anni Trenta: lo scoppio del secondo conflitto bellico mondiale decretò il momentaneo blocco di qualsiasi attività sportiva ed una lunga sospensione della gara che si protrasse fino al 1949. Quando le automobili e le motociclette tornarono a sfidarsi sui tortuosi tornanti della strada napoleonica, molte cose erano cambiate.
Il successo ottenuto con l’edizione del ’49 della rinata “Susa-Moncenisio”, spronò l’Automobile Club di Torino ad organizzare una nuova gara nel 1950. Gara che vide crollare il record di Tadini e l’affermazione di una Ferrari. Si impose il pilota biellese Giovanni Bracco, con il tempo di 14’ 23”, alla guida di una monoposto del Cavallino.
L’edizione del 1951 registrò un vero e proprio record di iscritti, con piloti provenienti da tutta Europa e, addirittura, dagli Stati Uniti. Anche se avversata dal maltempo, la gara fu appassionante. Gli italiani conquistarono i primi posti nelle categorie sport, con Emilio Giletti, primo nella classe 750, Macchieraldo-Capelli, su Osca, vincitori della classe 1100 e Giovanni Bracco, su Ferrari.
Dopo la splendida doppietta dell’Alfa Romeo dello svizzero Willy Daetwyler nel 1951 e 1953, la storia della “Susa-Moncenisio” subisce una lunga, lunghissima interruzione. Il 27 luglio 1986 la corsa riparte con due specialità, Velocità in Salita e Slalom, su un percorso di circa 8 km, dalla partenza (che sarà quella definitiva) a valle dell’abitato di Giaglione, all’arrivo al Molaretto.