Scuderia subalpina

Nei primi anni ’30 l’Alfa Romeo si ritira dalle corse e parte delle vetture vengono assegnate alla "Ferrari" e parte vengono rilevate dalla "Scuderia Subalpina" (nata con l’intento di assumere le operazioni di business della Maserati) fondata dal conte Della Chiesa, il barone Mazzonis, Giorgio Ambrosini, un ricco uomo d’affari che partecipò ad una gara e poi fondò la “Siata” (azienda di componentistica), Giorgio Giusti anche lui uomo d’affari, Gino Rovere pilota e Marino Brandoli.

 I continui miglioramenti tecnici alle vetture, l’acquisizione di una miglior organizzazione sulle piste, l’utilizzo delle sinergie e dei compromessi derivanti dall’interazione tra piloti, auto, pista, ottengono (da privati) buoni risultati, facendo correre giovani e impetuosi piloti sulle piste ditutta Europa.

La "Scuderia Subalpina" era composta da tre modelli della Maserati: la "4CM 2500", monoposto con motore da 2482,6cc in grado di sviluppare una potenza massima di 195cv e di raggiungere i 220km/h; la “8CM 3000” monoposto, con motore da 2991,4cc, la cui potenza oscillava tra i 220 e i 240cv, con velocità massima compresa tra i 220 e i 250km/h e la Tipo 6C 34, dotata del nuovo motore a 6 cilindri da 3724,1cc, 270cv di potenza che permettevano di raggiungere la velocità di 250km/h. I piloti della "Scuderia Subalpina" furono: Giuseppe Farina,Piero Dusio, Pietro Ghersi, Eugenio Siena, Achille Varzi, Goffredo Zehender e Marcel Lehoux.

www.scuderiasubalpina.it

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